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Dal 3 al 5 febbraio, Catania dedica alla Santa una grande festa, misto di fede e di folklore, anche se in realtà i festeggiamenti con il giro delle Candelore per la città comincia già nel mese di gennaio.
Secondo la tradizione alla notizia del rientro delle reliquie della Santa il Vescovo uscì in processione per la città a piedi scalzi, con le vesti da notte seguito dal clero, dai nobili e dal popolo.
Controversa è l'origine del tradizionale abito che i devoti indossano nei giorni dei festeggiamenti: camici e guanti bianchi con in testa una papalina nera.
Una radicata leggenda popolare vuole siano legati al fatto che, i cittadini catanesi, svegliati in piena notte dal suono delle campane al rientro delle reliquie in città, si riversarono nelle strade in camicia da notte; la leggenda risulta essere priva di fondamento poiché l'uso della camicia da notte risale al 1300 mentre la traslazione delle reliquie avvenne nel 1126. Un'altra leggenda afferma che l'abito bianco sia legato al precedente culto della dea Iside. A tal proposito si narra che le reliquie furono trasportate in sacchi e ricoperte da foglie per impedire che si venisse a scoprire il contenuto, tra la gente c'era un bimbo che piangeva ininterrottamente, ma ad un tratti non pianse più una foglia trasportata dal vento gli si posò sulla bocca si dice che sotto la foglia ci fosse una mammella, ecco spiegato che tra le reliquie è presente una sola mammella della Santa ma la tradizione storica più affermata indica che l'abito votivo altro non è che un saio penitenziale o cilicio, si afferma inoltre, che sia una tunica, bianca per purezza, indossata il 17 agosto, quando due soldati riportarono le reliquie a Catania da Costantinopoli.
Tradizione:
La tradizione nasce nel 1126 quando le reliquie della Santa rientrano a Catania dopo un esilio di 86 anni a Costantinopoli, dove le aveva trasportate il generale bizantino Giorgio il Maniace dopo aver sconfitto gli arabi.
Alla notizia il vescovo d'allora usci' in processione per la citta' a piedi scalzi, seguito dal clero, dai nobili e dal popolo.
Secondo una tradizione antichissima i devoti vestono simbolici camici e guanti bianchi con in testa una papalina nera. Le corporazioni di artigiani, macellai, pescivendoli, ortolani e panettieri precedono il fercolo con le rispettive "cannalore", pesanti costruzioni torrodali in legno alte oltre sei metri dipinte d'oro e addobbatissime, trasportate a spalla da 8 devoti ciascuna. Ogni tanto le cannalore si fermano e gareggiano fra loro effettuando la cosiddetta "annacata", una serie di movimenti e di dondolii che culminano in uno slancio in alto della cannalora. Tutto avviene tra due ali di folla che agita bianchi fazzoletti e grida "Viva Sant' Agata". Persino nello stemma della citta' i catanesi hanno voluto ricordare la loro amata patrona che ha piu' volte salvato Catania da eruzioni e pestilenze. E' infatti l'iniziale di Agata la grande A che appare nello stemma cittadino sotto l'elefante.
I Giorni della Festa:
Dal 3 al 5 febbraio, Catania dedica alla sua patrona sant'Agata una grandiosa festa, misto di fede e di folclore, che coinvolge direttamente alcune migliaia di fedeli, impegnate nel traino del fercolo, e attira puntualmente più di un milione di persone, tra turisti, curiosi e fedeli.
Per onorare la Santa, che secondo la tradizione visse nella prima metà del III secolo a Catania dove subì le torture e il martirio per il suo rifiuto di ripudiare la religione cristiana, si susseguono spettacoli pirotecnici e celebrazioni solenni, mentre lungo le strade, illuminate da chilometri di luminarie, si snodano processioni affollate e cortei storici sontuosi che rinnovano nella città barocca le suggestioni di riti antichi e mai perduti.
Nella prima giornata di festeggiamenti le autorità civili, religiose e militari sfilano in un composto corteo, con figuranti in costume storico, con la settecentesca carrozza del Senato, al seguito delle undici "candelore", pesanti costruzioni lignee, intagliate e dorate, realizzate dalle antiche corporazioni dei mestieri e portate a spalla da uomini forzuti, per il tradizionale appuntamento dell'offerta della cera. La giornata prosegue con l'omaggio floreale dei vigili del fuoco che salgono fino a sfiorare il punto più alto della Cattedrale per deporre una composizione floreale al simulacro della celeste protettrice, invocata da secoli contro gli incendi e le eruzioni dell'Etna.
Nel pomeriggio si disputa il trofeo internazionale di podismo, e a sera la prima giornata dei tre giorni Agatini si conclude a piazza Duomo con l'esecuzione di canti tradizionali in onore della patrona e con uno spettacolo di fuochi d'artificio, famoso per intensità e bellezza cromatica dei suoi giochi, detta manifestazione viene chiamata "a sira o tri" in cui nella tradizione i gruppi e il folclore dei paesi limitrofi venivano in città per i festeggiamenti.
Tre giorni di solennità
Giorno 3 Febbraio:
ore 8-10-11.30: Nella Basilica Cattedrale SS. Messe
ore 12.00: Processione per l’offerta della cera della chiesa di S.Agata alla Fornace alla Basilica Cattedrale.
Parteciperanno S.E. Mons. Arcivescovo, I Capitoli delle Basiliche Cattedrale e Collegiata, il clero e gli alunni del Seminario Arcivescovile, Il Prefetto, Il Sindaco e il presidente della Provincia Regionale con le rispettive Giunte, Il Presidente del Consiglio Comunale ed il Presidente del Consiglio Provinciale con i rispettivi Consiglieri, il Magnifico Rettore, le Autorità nonché i Gonfaloni della Città, della provincia e dell’Ateneo, seguiti dalle storiche berline del Senato e dai Cerci.
La prima giornata si sviluppa in tre momenti. Essa comincia con la lunga e solenne processione del mezzogiorno per l'offerta della cera, a cui partecipano le più alte autorità cittadine civili, religiose e militari con i gonfaloni del Comune, della Provincia e dell'Università. Dalla chiesa di S. Biagio (o S. Agata alla Fornace) alla basilica Cattedrale, la processione "taglia" due ali di folla incredibilmente numerosa. Chiudono le undici candelore e le carrozze di S. Agata e del Senato, una berlina settecentesca che ospita gli amministratori comunali. Nel pomeriggio alle 15:00 prende il via il Trofeo Podistico Internazionale S. Agata che vede i campioni del cross mondiale sfidarsi tra le strade antiche e moderne del centro storico. Infine la sera, dopo le 20:00, il grandioso spettacolo di fuochi artificiali in Piazza Duomo.
Giorno 4 Febbraio:
ore 06.00: Nella Basilica Cattedrale “Messa dell’Aurora” celebrata da S.E.Mons. Arcivescovo.
Corteo
ore 07.00: In Piazza Duomo riflessioni di Mons. Barbaro Scionti , parroco della Basilica Cattedrale, che consegnerà ai devoti le Sacre Reliquie di S. Agata per la processione che avrà inizio da Porta Uzeda.
Davanti all’Icone della madonna della Lettera. S. E. Mons. Arcivescovo offrirà alla Santa Patrona il tradizionale cero e benedirà le Corone dei Rosario per la preghiera guidata dagli “amici del Rosario”.
Davanti alla Cappella del SS.Salvatore in via Dusmet omaggio dei pescatori della comunità di S.Gaetano alla Marina dell’ Autorità Portuale e della Capitaneria del porto. La processione proseguirà per le vie di Calì piazza Cutelli.
Vittorio Emanuele, piazza dei Martiri, VI Aprile. Della Libertà, piazza Iolanda .
In detta Piazza riflessioni del Rev.do Sac. Franen Longhitano Parroco in S. Maria della Salute a Picanello.
La processione continuerà per la vie Umberto, Grotte Bianche, Piazza Carlo Alberto, dinanzi al Santuario della SS. Annunziata del Carmine, omaggio dei Padri Carmelitani e S.Messa : indi proseguirà verso Stesicoro dove S.E. Mons. Arcivescovo si rivolgerà ai fedeli per il tradizionale messaggio alla Città. Lungo la salita dei Cappuccini e piazza S. Domenico le Sacre Reliquie raggiungeranno la chiesa di S. Agata la Vetere. Celebrazione dei Primi Vespri della solennità di S. Agata , animati dalla Corale della Parrocchia della Basilica Cattedrale.
ore 18.00: La processione prosegue per le vie Plebiscito, Vittorio Emanuele, Piazza Risorgimento, Aurora, Palermo, Piazza Palestro, Garibaldi, Plebiscito, Dusmet, e rientro in Duomo da porta Uzeda. In piazza Palestro momenti di preghiera.
La notte che segue è insonne per migliaia di catanesi che di buon mattino affollano la Basilica Cattedrale per il primo incontro con la Santa. L'atmosfera è fortemente emotiva; S. Agata viene portata dai devoti infagottati nel "sacco", prima sull'altare centrale poi sulla "vara", il fercolo, in un ondeggiare del suo busto ricoperto di gioielli. Una scenografia che nessun regista saprebbe ripetere, né, tanto meno, inventare. Dopodiché il fercolo con il busto reliquario di S. Agata e lo scrigno argenteo, di fine oreficeria, inizia il giro esterno (dei "viddani"), attraversando Porta Uzeda (sino a qualche decennio fa si assisteva a un pittoresco lancio di larghe strisce, la nota "strisciata", che vestivano tutti i platani di vivaci colori), via Dusmet, con i caratteristici archi che sorreggono la ferrovia e sotto cui, una volta, si increspava il mare. Un passaggio atteso è quello che va da piazza Carlo Alberto sino a piazza Stesicoro, tratto che comprende i luoghi più cari ai catanesi, i luoghi del culto.
Infatti tra queste mura antiche S. Agata subì il carcere e il martirio, e dopo atroci sofferenze, morì. Momento spettacolare anche questo: migliaia di devoti tirano di corsa il pesante fercolo per la salita dei Cappuccini, fermandosi davanti al Santo Carcere, per fare omaggio al luogo del martirio della Santa. Quindi la seconda rampa e sosta a Sant'Agata la Vetere, la prima Cattedrale di Catania e primo luogo si sepoltura della Patrona (ma c'è chi sostiene che fu sepolta in piazza Carlo Alberto, all'interno del santuario S.S. Annunziata, meglio conosciuto come chiesa del Carmine). La sera il percorso prosegue nella Catania popolare: via Plebiscito, Fortino (o Porta Garibaldi), S. Cristoforo. In questi quartieri la festa viene vissuta in modo diverso. Le case (soprattutto molti bassi) sono aperte, festanti, i bar strapieni per tutta la notte. Musiche, bancarelle con torrone, calia, griglie mobili per arrostire carne di cavallo e ancora balconi ed edicole illuminati e infiorati con l'effigie della Santa, vetrine di negozi e bar con artistici modelli delle candelore. Il fercolo percorre il sottopasso della marina (sino al 1992 si è fatto di corsa), e infine, attraversando la Porta Uzeda, rientra, salutato da grandi fuochi di artificio, nella Basilica Cattedrale mentre la notte ammorbidisce il buio se non alle prime luci dell'alba.
Giorno 5 Febbraio:
ore 08.30: In Cattedrale esposizione delle Sacre Reliquie.
ore 10.00: Le Autorità con i Gonfaloni della Città , della Provincia e dell’Università da palazzo degli Elefanti si recheranno in Cattedrale.
ore 10.15: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo Sodano, Decano del Colleggio Cardinalizio, Sua Eccellenza Mons. Arcivescovo, gli Ecc.mi Arcivescovi e i vescovi di Sicilia, i Canonici, il Clero e il Seminario muoveranno in Corteo liturgico dal palazzo Arcivescovile fini alla Basilica Cattedrale.
ore 10.30: Solenne Pontificale presieduto da Sua Eminenza il Signor Cardinale Angelo Sodano, celebrano gli Ecc. mi Arcivescovi e Vescovi di Sicilia, i Rev.di Canonici, il Clero.
ore 16.30: S.Messa presieduta sa S. E .R. Mons. Domenico Magavero, Vescovo di Mazara del Vallo animata dalla corale della Parrocchia della Basilica cattedrale.
ore 17.30: Processione Delle Sacre Reliquie per la via Etnea dinanzi alla Basilica Collegiata omaggio floreale del Capitolo dei Soci del Circolo Cittadino.S Agata , prosecuzione per via Caronda , piazza Cavour in detta piazza moneti di preghiera e omaggio floreale dell’Associazione S.Agata del Borgo.
La processione proseguirà per via Etnea : Sangiuliano, Crociferi , dinanzi alla chiesa di San Benedetto omaggio floreale delle Monache quindi proseguirà per piazza San. Francesco D’Assisi via della Lettera, Garibaldi Piazza Duomo.
I festeggiamenti riprendono nella tarda mattinata di giorno 5 con la celebrazione del pontificale presieduto da un prelato inviato appositamente. Alle 17:30 ha inizio il giro "interno" per il centro della città, nella Catania antica, famosa per il suo magnifico e unico barocco. Le undici candelore parate a festa aprono la processione. Davanti al cordone i devoti inneggianti ("tutti devoti tutti. Cittadini, viva Sant'Agata") tirano la "vara". Suona la campana del Comune per annunziare l'omaggio del Sindaco alla Patrona. Poi il fiume del corteo interminabile si muove per raggiungere piazza Borgo, dove l'arrivo del fercolo è annunziato dalle campane della chiesa di S. Agata al Borgo e dove si assisterà al magnifico spettacolo dei fuochi d'artificio. Percorsa la via Etnea, il fercolo, seguito nonostante l'ora tarda da numerosissimi fedeli, giunge all'incrocio con via di S. Giuliano, da dove verrà trainato con uno strappo, che la tradizione vorrebbe unico per trarne buoni auspici per l'intero anno, fino alla via Crociferi. Vedere la corsa così pericolosa e così sentita dai devoti, tale da far esplodere un caloroso applauso liberatorio, è un grande spettacolo.
È un pezzo della festa riservato ai giovani, forti braccia e gambe salde tirano le tonnellate e tonnellate della "vara", ma é un segno d'amore e di devozione che non può mancare. Altro momento spettacolare si ha quando la "vara" della Santa, percorsa la via Crociferi, si ferma davanti alla chiesa di San Benedetto, dove le Clarisse intonano canti religiosi e offrono alla Patrona omaggi floreali. Improvvisamente la folla vociante dei fedeli tace, creando un suggestivo silenzio e un'atmosfera quasi irreale. Il fercolo continua il suo cammino per dirigersi, attraverso la via Garibaldi, in Cattedrale, dove il suo arrivo sarà accolto da giochi pirotecnici e dalle grida dei devoti che non vogliono staccarsi dalla loro "Santuzza".
I giorni più solenni sono il 4 e il 5, quando il busto, ad un tempo effigie della santa e reliquiario delle sue spoglie, interamente ricoperto dai gioielli offerti nel corso dei secoli da devoti, viene portato in processione lungo le vie della città, trainato grazie a lunghe corde da 4 o 5 mila "cittadini", uomini che per voto indossano il sacco bianco, stretto in vita da un laccio, calzano un berretto d velluto nero, e si muovono a piccoli passi tra la folla al grido di "Cittadini, viva Sant'Agata". Sono due giorni estenuanti, vissuti per fede o per tradizione come la più importante occasione in cui misurare, oltre al grado di devozione per la patrona, anche la capacità di resistenza al sacrificio e alla fatica, a causa dell'enorme peso del fercolo, che raggiunge i 30 quintali, e a causa della lunghezza e della difficoltà del percorso, che viene affrontato a dispetto delle peggiori condizioni meteorologiche.
Forse è proprio questo uno dei "miracoli" che la Santa fa ogni anno, il riuscire a riunire una folla di Devoti , curiosi e quant'altro sotto il Suo nome, ed in Suo nome sfilare per la città senza mai il minimo intoppo.
Uno dei momenti più emozionanti e suggestivi della festa è l'apertura del sacello, ricavato nello spessore di una parete della Cattedrale, nel quale il venerato busto è nascosto e custodito per tutto l'anno. La cerimonia si svolge prima ancora che spunti l'alba, giorno 4, quando nella Cattedrale già gremita l'attesa, alimentata da inni e suppliche, aumenta fino a diventare insopportabile per sfociare in un fragoroso applauso quando il volto velatamente sorridente della santa emerge dal buio della cella e il busto viene issato sull'altare per la solenne messa dell'Aurora, prima di essere collocato sul fercolo d'argento, assieme allo scrigno con il tesoro, e consegnato alla città per due giorni di processione.
In questi tre giorni di festa, più facilmente rispetto agli altri periodi dell'anno, è possibile visitare i luoghi dedicati al culto di sant'Agata.
Nella chiesa di San Biagio a piazza Stesicoro, nell'area in cui gli scavi archeologici hanno rivelato che sorgeva il palazzo pretorio, è possibile ancora scorgere la fornace, ossia il luogo in cui, secondo la tradizione, la santa venne torturata con il fuoco dei carboni ardenti.si racconta che una reliquia "IL VELO" le venne donato da una baronessa impietosita nel vederla nuda in mezzo al fuoco, e lanciatolo per potersi coprire il velo cambiò colore ma non bruciò, a tal proposito si ricorda che alle porte di Mascalucia "IL VELO" fu portato in processione per scongiurare un'ennesima colata lavica, oggi per ricordare tale Grazia ricevuta sorge un altare dedicato a Sant'Agata.
Poco distante, nella chiesa di sant'Agata al Carcere, si può visitare l'angusta celletta dove la martire fu rinchiusa prima del martirio. Qui si vedono anche le orme dei suoi piedi, miracolosamente impresse su una mattonella di pietra lavica, a ricordo della sua irremovibile fede anche quando sottoposta alle continue tentazioni per guarire dalle ferite inferte.
Nella vicina chiesa di sant'Agata la Vetere, prima Cattedrale della città, è conservato ancora il sarcofago originale che custodì le spoglie della santa e la cassa di legno nella quale furono venerate per circa 5 secoli. Sempre nella stessa chiesa è indicato il punto esatto in cui, secondo la tradizione, si consumò l'orrenda tortura, inflitta a sant'Agata per ordine dl proconsole Quinziano, dell'amputazione del seno.
I dolci "agatini":
La festa di sant'Agata è anche gastronomia: chi si trova a Catania durante la festa non può farsi sfuggire la ghiotta occasione di assaggiare, tra le altre specialità, le tradizionali "olivette di sant'Agata", piccoli dolci di pasta di mandorla colorati di verde e ricoperti di zucchero che ricordano un evento leggendario legato al culto di sant'Agata secondo cui, prima di essere catturata dai soldati romani, nell'istante in cui si fermò per allacciarsi un calzare, vide sorgere davanti a sè un olivastro che la nascose alla vista dei suoi carnefici e la sfamò.
Le Candelore "I Cannalori"
I cerei o candelore “in dialetto catanese: cannalori“, costruite in onore di Sant’Agata, sono delle vere e proprie opere d’arte, sono in tutto undici e rappresentano le associazioni, e le corporazioni dei mestieri e delle arti della città:
Le candelore precedono il fercolo durante i giorni della processione, esse sono pesanti costruzioni torroidali in legno alte oltre sei metri dipinte d’oro e addobbatissime.
Le candelore hanno un peso che oscilla fra i 400 ed i 900 chili e vengono portate a spalla, a seconda del peso, da un gruppo costituito da 4 a 12 di devoti o uomini forzuti ”vastasi“. Ogni tanto le candelore si fermano e gareggiano fra loro effettuando la cosiddetta “annacata”, una serie di movimenti e di dondolii che culminano in uno slancio in alto del cereo. Tutto avviene tra due ali di folla che agita bianchi fazzoletti e grida “Viva Sant’ Agata”.
Le candelore, oltre a precedere la processione di sant’Agata nei giorni 4 e 5 febbraio, 10 giorni prima iniziano a girare per la città e si portano presso le botteghe dei soci della corporazione a cui appartengono, e sono seguite da una banda che suona allegre marcette. Gli undici cerei hanno una posizione ben precisa nell’ordine da tenere nel corso della processione alla quale partecipano:
1. Cereo di Monsignor Ventimiglia o di sant’Aita È il più piccolo e fu donato nel 1766 da Monsignor Ventimiglia allora arcivescovo di Catania.
2. Cereo dei rinoti Questa è la prima delle grandi candelore in processione, essendo la più antica, ed è costruita in stile barocco
3. Cereo dei giardinera (giardinieri) costruito in stile gotico, è sormontato da una corona ed è per questo motivo che è soprannominato la regina delle cannalore.
5. Cereo dei fruttalora (fruttivendoli), detto ‘a signurina (la signorina) per la sua semplice bellezza. Si distingue per essere realizzato su di una base costituita da quattro cigni
6. Cereo dei chiancheri (macellai), poggia su di una base costituita da quattro leoni ed ha, nella parte alta, una statua di San Sebastiano patrono della corporazione.
7. Cereo dei pastari (produttori di pasta), è l’unico che ha tutt’ora il candelone centrale in cera, le altre candelore hanno un cereo in plastica, (l’ultima candelora che effettuò il cambio fu quella dei fruttivendoli, il vecchio cereo è visibile nella cappella dell’addolorata nella parte destra della basilica cattedrale di Catania, vicino la cappella di Sant’Agata, risale ai primi anni del settecento ed è costruito in stile barocco.
8. Cereo dei salumeri (salumieri); è costruito in stile liberty ed è realizzato su di una base costituita da quattro cariatidi.
9. Cereo dei putiari (osti), è realizzato in stile impero ed è costruito su una base rappresentata da quattro leoni.
10. Cereo dei pannitteri (panificatori) è il più grande e pesante di tutti ed è trasportato da ben 12 portantini o “vastasi”. La prima sua costruzione risale al XVIII ed è costruito su di una base costituita da quattro statue di Atlante
11. Cereo del Circolo sant’Agata è il meno anziano degli undici ed è realizzato in stile neoclassico. In esso sono raffigurati, oltre a sant’Agata, l’altro martire catanese e compratono della città: Sant’Euplio
12. Cereo del Villaggio Sant'Agata È il più nuovo dei ceri grandi, voluto dal sig. Salvatore Russo ed inaugurato nel 2010, ha ricevuto il benestare dal comitato dei festeggiamenti per partecipare alle processioni dei tre giorni nel 2012 e il 3 febbraio 2012 ha fatto la sua prima uscita in occasione dell'offerta della cera.
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Le Candelore e la festa di S. Agata patrona di Catania
03/02/2014 15:27 #1972
fantastica !!!! affascinante e trascinante come tutte le nostre tradizioni!!! sempre a metà tra il Sacro e il profano...sempre accompagnata da riti di fede e riti gastronomici!!! bellissimo post, conosco questa festa ma, adesso, ho scoperto altre meraviglie, legate al culto di S.Agata!!! grazie e un abbraccio!!!
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Le Candelore e la festa di S. Agata patrona di Catania
03/02/2014 20:03 #1975
Grazie a voi Mimma e Enza, dite bene, le nostre tradizioni hanno radici profonde e si intrecciano per molti versi anche all'arte della tavola... quante belle cose abbiamo.. la Sicilia è meravigliosa teniamocela stretta
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Le Candelore e la festa di S. Agata patrona di Catania
17/01/2015 20:22 #2662
Fantastico e ricchissimo programma degno di una Grande Santa e di un grandissimo Culto sentito dal popolo di Catania!!! bravissimi voi a sottolineare questa meravigliosa circostanza!!!
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Le Candelore e la festa di S. Agata patrona di Catania
22/01/2015 16:52 #2675